Sui Forconi e la dabbenaggine della sinistra

gennaio 21, 2012

Da siciliano per ora in stanza a Roma (e teoricamente a Parigi) sto vivendo l’insurrezione dei Forconi con molto, forse troppo, distacco. Qualche giorno fa mi è stato pure chiesto se volevo scrivere un pezzo sulle proteste su GreenStyle. Sinceramente mi veniva difficile capire dove potesse stare l’ambientalismo in questa storia di camionisti ed accise per la benzina.

Resta il fatto che gran parte della sinistra italiana non sta perdendo tempo per mostrarsi come sempre aliena dal mondo. Ok,ci saranno i fascisti di mezzo ed ok tutta la contestazione non sembra avere né forma né sostanza. Ma non è nulla di diverso da qualsiasi movimento abbia in sé una forte dose di spontaneità.

Una volta l’antipatico ruolo dei grandi intellettuali di sinistra era il saper dare voce ai bisogni ed alle richieste di chi la voce non aveva i mezzi conoscitivi per saperla usare. Ora è evidente che non possiamo pensare che una rivolta di camionisti e piccoli proprietari terrieri non abbia per sua natura una certa connotatura di destra; né chiudere gli occhi sul fatto che il movimento sembra muoversi verso orizzonti reazionari e/o conservatori (ritornare a condizioni economiche di 20 anni fa, con tasse su benzina e diesel basse, ecc. ecc.).

Ma la gente che sta aderendo chiede un riscatto morale e chiede di tornare protagonista nel dibattito politico. Rimando per l’analisi teorica all’articolo di Simenza su Écrasez l’Infame 3 (Dalla violenza per strada alla critica dei sogni, p. 10), ma vorrei tornare su alcuni punti. La violenza della politica istituzionale sembra agire per ora come un meccanismo senza soggettività, né volonta alle spalle. In pratica le decisioni appaiono già prese, prima che lo siano veramente ed il Governo deve avere solo il coraggio di essere impopolare, facendo ciò che è oggettivamente necessario. Ora è evidente che si tratta di balle pericolosissime (ne parla anche R.B. sull’ultimo articolo sul blog di Écrasez).

Pericolose perché alimentano l’idea che la politica sia altro da noi, non solo della nostra comprensione, ma anche della nostra possibilità pratica. Essa sembra agire ad un altro livello ed a noi arrivano solo cieche frustate: una mannaia che ci cade in capo ad ogni finanziaria, senza che nessuno si prenda la responsabilità di essere il boia (vedi le lacrime della Fornero).

Quando però un gruppo di persone si rende conto che le proprie mani, i propri piedi, insomma, i propri corpi vivono nello stesso mondo di quelle leggi… e che quindi possono mettersi in mezzo, “parlare la stessa violenza” per riprendere l’articolo di Simenza, allora succedono cose come i Forconi.

Che saranno anche di destra, ma sono anche aperture alla contestazione dell’autorità. Aperture perché discorsi di solito forzatamente passati sotto silenzio possano essere espressi. E la sinistra dovrebbe stare in piazza ad urlare le proprie parole d’ordine…. che i fascisti tirano su la testa solo quando gli si lascia loro, colpevolmente, spazio.

2 Risposte to “Sui Forconi e la dabbenaggine della sinistra”

  1. Ma il movimento dei Forconi stesso sa che orientamento politico scegliere? Forse non è proprio questo – e non la sua motivazione – a dargli un connotato “anarchico”, scomodo per la sinistra moderata?

    Forza Sicilia, in ogni caso!

  2. Normalmente movimenti del genere sanno ben poco di quello che stanno facendo. Ma non sono lì e non posso certo dire la mia in maniera più approfondita.

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